Cavalier nei tempi andati

In questo territorio nei tempi antichi veniva coltivato il grano che serviva alle mense dei popoli romani che abitavano anche questi luoghi. Poi, con la distruzione di queste zone, da parte dei popoli chiamati barbari, tutta questa area venne abbandonata e le popolazioni si rifugiarono in quella che oggi conosciamo come Venezia.

Il territorio rimasto incolto e privo di popolazione si inselvatichì tanto da essere considerato inospitale. In questo tempo le poche genti erano concentrate in alcuni borghi contesi da diverse famiglie potenti del tempo. Quello che successe nel centro Italia tra Guelfi e Ghibellini qui avvenne tra Caminesi, Dalla Torre, Scaligeri, da Roman, gli Ezelini, ecc. 

Nel frattempo dei gruppi di monaci, solitamente Benedettini, ma poi anche cistercensi e poi Francescani, cominciarono l’opera di bonifica del luogo scavando fossati per drenare le acque e disboscando grande parti di terreno per rimettere a coltura i campi e così dare sostegno alle poche popolazioni che piano piano tornavano ad occupare il territorio.

In questo pesante lavoro i monaci costruivano degli eremi, delle chiesette, che servivano a riparo, da luogo di preghiera… e mano a mano poi attorno sorsero dei villaggi e in seguito dei paesi veri e propri. 

I Santi a cui queste chiesette erano titolate erano solitamente Santi della tradizione Benedettina ed è per questo che, presumiamo, che l’antica chiesa fosse titolata a San Daniele Martire Santo compatrono di Padova e caro alla tradizione Benedettina. Questa supposizione prende forza anche da quanto trovato sulle visite pastorali che riportano, fino al 1624, la titolazione della parrocchia a San Daniele e solo da quella data al San Daniele Profeta.

Ma chi era San Daniele Martire? (clicca per conoscere la leggenda)